Lucio Fontana
Rosario di Santa Fe (Argentina) 19 febbraio 1899 – Varese, 7 settembre 1968
A Milano frequentò l’Accademia di Brera e fu in contatto con il gruppo di artisti gravitanti intorno alla galleria del Milione, dove, nel 1931, espose le sue prime sculture astratte.
Membro del gruppo francese Abstraction-Création, nel 1935 aderì al movimento degli Astrattisti Italiani firmando il manifesto della Prima mostra collettiva di arte astratta italiana a Torino.
Tornato in Argentina insegnò a Buenos Aires e nel 1946 stilò il Manifiesto blanco, che segnò l’inizio delle sue esperienze “spaziali”; l’anno seguente, a Milano, sottoscrisse il primo manifesto del movimento spaziale.
Al 1952 appartengono i primi buchi e le tele dipinte con colore spesso misto a frammenti di vetro (Concetto spaziale, 1952, collezione Fontana, Milano; Concetto spaziale, 1954, Galleria nazionale d’arte moderna, Roma) mentre nel 1958 appaiono i tagli nella tela (Attese, 1958, collezione Fontana, Milano) che sperimentò parallelamente in scultura con la serie di Nature.
Seguirono cicli di opere quali La fine di Dio (1963) e i Teatrini (1964) presentate in numerose mostre in Italia e all’estero.
All’importanza del colore nell’opera di Fontana è stata dedicata un’antologica a Genova (2008).
Numerose le tecniche usate dall’artista; particolare importanza ha nella sua opera la ceramica. Nel 1966 ottenne il Gran premio internazionale della pittura della Biennale di Venezia.